“Una vita fa…”
di Luigi Giudici
Questa per me è una esperienza nuova, dopo essermi raccontato nelle mie tre precedenti.
Nella prima ho raccontato della mia malattia, da quando mi è accaduta e come ho fatto per superarla.
Nella seconda ho invece raccontato principalmente l’amore che ho dato a Kitty e Zeus e quanto loro a me hanno reso.
Nella terza ho voluto fare una passeggiata nei ricordi della mia infanzia e far capire come si può essere tanto attaccato a un luogo anche se questo non ti ha dato i natali ma te li ha fatti trascorrere.
Ora il gioco si fa più serio. In effetti qui non vi è nulla di già vissuto da raccontarvi, ma è tutto inventato.
I luoghi esistono veramente. I personaggi possono essere frutto di mera fantasia oppure no.
Comunque, se qualche lettore si può immedesimare oppure a un certo punto della lettura accusa il classico déjà-vu lascio libero arbitrio alla sua fantasia.
Ogni lettore fa lavorare la sua immaginazione, disegnando e dipingendo, come fa un pittore sulla tela, usando i colori più appropriati, nel creare i personaggi, i luoghi, le situazioni a suo piacimento.
Sebbene il romanzo è sempre lo stesso, cambia a seconda della mente e la fantasia del lettore.
Ora mettetevi comodi e buona lettura.
Anche questa volta (non avevo alcun dubbio!) il mio carissimo amico Giacomo, con il quale ho scoperto di avere molte cose in comune, soprattutto una vera amicizia, che nasce dal profondo del cuore e che senti a fior di pelle, ha centrato subito l’obbiettivo. Questi, leggendomi in anticipo, mi ha regalato delle parole che mi hanno emozionato molto. Nel leggerle mi è scappata quella lacrima, che oggi voglio condividere con voi tutti.
Grazie ancora Giacomo oltre che un carissimo amico sei un punto di riferimento per me.
Luigi Giudici
Leggo in anteprima questo manoscritto, dietro affettuosa richiesta dell’Autore, il caro amico Luigi Giudici. La pubblicazione segue a brevissima distanza quella di “Quattro passi nei ricordi”, che completa la trilogia delle sue precedenti esperienze di scrittore esordiente.
Lo abbiamo visto nelle vesti di chi, rubando tempo alla solita routine della quotidianità professionale, è riuscito a catalizzare la nostra attenzione col raccontarci, cuore in mano, come si suol dire, della grave malattia che lo ha colpito, alcuni anni or sono, sui campi di sci della sua prediletta Val d’Ayas. Ci ha parlato delle sue paure, delle sue sofferenze, delle sue aspettative della sua grande voglia di venirne fuori, confidando nell’aiuto della Fede, della nirvanica quiete famigliare, dei medici che lo hanno curato e – perché no? – della propria resilienza, ovvero della sua intima capacità d’animo nell’affrontare ogni tipo di avversità con lo spirito giusto. E tutto ciò, per trasmettere un messaggio di speranza a chi potrebbe venire a trovarsi nelle sue condizioni.
Racconto ricco di accenti umani, che Luigi ha fatto con tanta serietà del caso e con una semplicità quasi disarmante, dando voce ai suoi pensieri, per poi trasformarli in parole.
Parole. Parole. Parole, alle quali oggi l’esordiente scrittore di ieri pare ci stia prendendo gusto, se si ripropone alla nostra attenzione con questo nuovo romanzo, tutto partorito questa volta dalla sua inesauribile fervida fantasia. Luigi lo ambienta in una Milano laboriosa e caotica di fine Novecento, che sta vivendo un particolare momento per il suo decollo industriale.
L’azione si svolge soprattutto tra il centro storico e il quadrilatero della moda e ha inizio in una fredda giornata di febbraio. Treni super affollati di pendolari che si affrettano a raggiungere il proprio posto di lavoro, viavai di gente imbacuccata per il freddo, profumo di caffè e brioches per le strade, gran parte degli uffici già illuminati, pronti per il lavoro quotidiano.
Il personaggio chiave è Andrea. Un uomo single sulla quarantina. Molto distinto. Curato nella persona e nel vestire alla moda. Amante della lettura e della fotografia. Questi si alterna tra il suo ufficio di Consulenze Aziendali e, tempo e voglia permettendo, i locali di un certo tono. E’ anche un uomo tutto d’un pezzo, perché ancora profondamente segnato dalla prematura scomparsa della sua Eleonora, il vero e unico grande amore della sua vita, a causa di un banale incidente di mare, avvenuto alcuni anni prima all’isola d’Elba. Inutili e vani i tentativi di distrazione di Luca, un grande amico di vecchia data, per distoglierlo da questo triste perenne ricordo.
Lo affianca nel lavoro Clara, la sua insostituibile segretaria, un vero e proprio alter ego nello svolgimento delle proprie funzioni con forte professionalità e grande predisposizione nel trattare con i clienti. (Ogni riferimento è puramente casuale?!)
Ma un giorno…
La lettura è piacevole. Fluida. Luigi, pur presentandosi in una veste tutta nuova e mantenendo il suo solito stile, saprà anche questa volta accattivarsi la nostra attenzione.
Giacomo Metta