La prima sezione raccoglie testimonianze sul lavoro “AL” domicilio:
- come quello che può essere definito un “secondo lavoro”: come mamma, nonna, o zia.. o per il tempo impiegato per le quotidiane attività domestiche, o per il proprio orto, o gli animali di casa.. perché spesso affiancato al lavoro principale;
- poi c’è il lavoro a domicilio vero e proprio, per il quale la propria casa diventa la sede di lavoro;
- o quello presso altre abitazioni, non di proprietà (ad esempio come succede alle domestiche o alle bambinaie..)
IL LAVORO CASALINGO
Nei cortili ogni madre era anche la mamma di tutti i bambini delle famiglie che abitavano uno stesso cortile e spesso la prole era davvero numerosa!
Momenti di incontro durante le faccende domestiche quotidiane
Ogni panno steso, un componente della famiglia!
Nelle cascine, oltre alla casa, bisognava occuparsi anche degli animali da cortile
IL LAVORO A DOMICILIO
Durante l’Ottocento la coltura dei gelsi e del baco da seta (iniziata già nel XVI secolo) si intensifica, in quanto la grande richiesta di seta greggia porta i contadini ad affiancare, o sostituire, le tradizionali attività agricole con l’allevamento dei bachi.
Le donne erano molto coinvolte nelle varie fasi dell’allevamento dei bachi: questo durava più di due mesi e le donne si occupavano dei bachi nelle proprie case, in quanto era fondamentale proteggerli dal freddo e nutrirli costantemente con le foglie del gelso.
Data l’importanza dell’allevamento dei bachi da seta, nelle scuole si tenevano lezioni dedicate; e addirittura, nel 1866 nella zona di Parabiago, il Soprintendente delle scuole di Villastanza propose la sospensione dell’insegnamento dal 22 maggio all’11 giugno, proprio per permettere alle famiglie di occuparsi dei bachi.
Lavoro a domicilio – “Donna et Labora”: è donna, mamma e lavoratrice
IL LAVORO PRESSO ALTRE ABITAZIONI
Bellissima idea quella di celebrare la donna oltre l’otto marzo. Ottima scelta mettere online i ricordi delle donne lavoratrici di un tempo. Un grazie a chi ha curato questa iniziativa.
Bellissima e interessante documentazione, una storia di tempi dimenticati, ma assolutamente da valorizzare!
Nella foto delle lavandaie al Riale, ho riconosciuto la mia nonna, grande emozione!
Grazie e complimenti per l’iniziativa!!!