La seconda sezione riguarda i luoghi di lavoro fra i più tipici: le fabbriche e altri opifici, che esulano dall’ambiente domestico.
Le testimonianze che qui vi riportiamo, riguardano soprattutto le industrie di Parabiago: città che abbiamo scelto come punto di partenza, in quanto presso il nostro archivio sono conservati diversi documenti e fotografie inerenti la sua storia industriale.
Lungo tutto l’arco del secondo ottocento si gettarono le basi per la futura industrializzazione di Parabiago, soprattutto nei campi del cotoniero e del tessile, ma fu a cavallo tra il XIX e il XX secolo che questi due settori raggiunsero il loro massimo sviluppo.
Nel Novecento l’imprenditore tessile Felice Gajo dà vita alla società “Unione Manifatture di Parabiago”, acquisendo numerosi stabilimenti e creandone di nuovi.
L’inizio del XIX secolo vede gli esordi, a Parabiago, anche dell’industria della scarpa. Ad esempio, nel 1908 nasce il Calzaturificio AR Fumagalli e nel 1909 il Calzaturificio Reina.
Questo settore è stato un caposaldo e ha fortemente caratterizzato l’industria parabiaghese.
L’indotto del settore calzaturiero, in seguito, aumenta e si specializza e questo determina il passaggio dal lavoro artigianale, ad una produzione industriale.
Non solo scarpe, ma anche calze! Nel 1938 Mario Re Depaolini fonda il Calzificio REDE
Dal 1964, dopo la morte di Mario Re Depaolini, la conduzione dell’azienda passa nelle mani della moglie Carla Musazzi
Grazie ai terreni argillosi della Valle Olona, un altro settore che caratterizzò la città di Parabiago, fu quello delle fornaci per la produzione di mattoni. La Fornace Rancilio, ad esempio, venne fondata da Giuseppe Rancilio nel 1929 e fu l’ultima delle fornaci che vennero costruite. Cessò la sua attività negli anni sessanta.
Come potete vedere, anche nei lavori più duri, è notevole la presenza di donne e bambini.